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Giulianova: la storia |
Giulianova è stata fondata nel I I I a.c. dai romani che le attribuirono il nome Castrum (Novum). Data la posizione che occupa sul mare Adriatico e il nome stesso che indica un " luogo fortificato" Castrum doveva evidentemente avere scopi difensivi sia nei confronti dei pirati che delle popolazioni picene di recente soggiogate. I reperti archeologici rinvenuti nel suo sottosuolo e custoditi nei musei abruzzesi ci indicano che fu una città ricca e potente. Attualmente di Castrum, i cui ruderi erano visibili fino al secolo scorso, non rimane che qualche mosaico nascosto dalle erbe in qualche luogo imprecisato attorno al cimitero di Giulianova, stando almeno a ciò che dicono alcune guide. Durante il medioevo Castrum cambiò il suo nome con quello di Castel San Flaviano, dal nome del Patriarca di Costantinopoli le cui ossa, sottratte alla furia degli eretici da lui combattuti, approdarono miracolosamente sul litorale di Castrum Novum. Sullo stesso luogo dove le reliquie furono rinvenute fu eretto un sontuoso Tempio dedicato al Patriarca. Nel 1382 divenne feudo del Conte Antonio di Acquaviva come premio dei servigi militari da questi resi a Carlo III di Durazzo. Il 22 luglio del 1460 nei pressi di Castel San Flaviano, lungo le sponde del fiume Tordino, ebbe luogo il più fiero scontro che si fosse mai visto fra angioini e aragonesi, noto come la battaglia di San Fabiano, intorno al quale il giovanissimo Ludovico Lazzarelli compose un poema di versi eroici latini. L'anno successivo Matteo da Capua, che era la soldo degli aragonesi, e i Teramani Spennati, già perseguitati dagli Acquviva, dopo averla espugnata a viva forza irruppero in Castel San Flaviano e l'abbandonarono al saccheggio e alla distruzione. Del sontuoso Tempio e delle sue ricchezze che rivaleggiavano in quanto a bellezza col Duomo di Teramo ci rimane solo il braccio di S.Biagio, un manufatto in argento, oggi custodito nel Duomo di San Flaviano. Nel 1463 Giuliantonio Acquaviva riuscì a concludere con re Ferdinando d'Aragona un trattato di pace col quale riebbe tutti i possedimenti appartenuti alla sua famiglia, fra cui Castel S.Flaviano. Ormai ridotta a un cumulo di macerie e infestata dalla malaria alla restaurazione della città Giuliantonio preferì l'edificazione di una nuova città, non lontana dalla precedente ma un po' più in alto, che chiamò col suo nome: " Giulia ". La nuova città fu edificata grazie ad un accordo che Giulianortonio concluse con gli abitanti di Terravecchia, come allora si chiamavano i ruderi di Castel S.Flaviano: Giuliantonio avrebbe messo i soldi e i futuri "giuliesi" il loro lavoro. L'architetto che progettò le fortificazioni e il bel Duomo di S.Flaviano sarebbe, secondo alcuni storici, il senese Francesco di Giorgio Martini.
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Giulia nel sec. XVI. |
Nei secoli successivi Giulia Nuova fu più volte distrutta e saccheggiata, la prima nel 1596, poi nel 1708 dai Tedeschi che l'incendiarono, ma l'offesa più grande l'ebbe nel 1798, quando, occupata da un'armata napoleonica, dovette subire angherie d'ogni sorta. I soldati (per scaldarsi le mani?) bruciarono le carte dell'intero archivio ducale con tutti i documenti importanti della storia di Giulianova i quali andarono perduti per sempre. Il 15 ottobre del 1860 Giulianova, prima città del nuovo Regno, accoglie con incredibile entusiasmo Re Vittorio Emanuele II. La cronaca dell'epoca racconta che l'allora sindaco, il barone Gaetano Ciaffardoni, cacciandosi rapidamente innanzi al cavallo del re gli gridò " Vostra Maestà è un ladro, perchè ha rubato il cuore di tutti gli italiani ". Il Re riavutosi dalla sorpresa sorrise e pare che abbia detto " Mi avete chiamato e sono venuto". Oggi Giulianova, con i suoi 22.000 abitanti, è uno dei più importanti centri turistico - balneari della riviera abruzzese. L'attività alberghiera e della ristorazione sono sapientemente supportate dalla eccellente attività ittica del locale porto peschereccio e dalla grande qualità del pesce che si pesca in questo tratto dell' Adriatico. Essa ha nel tempo introdotto nella tradizione culinaria locale importanti piatti tipici, tra i quali è senz'altro da ricordare il brodetto di pesce " alla giuliese " , a cui abbiamo già fatto cenno suggerendone il miglior abbinamento nelle pagine dedicate ai vini. |